novità in Google Alerts: era ora!
18 gennaio 2014
Google Alerts è uno strumento per ricevere ogni giorno via mail una selezione di informazioni su un tema scelto; si tratta probabilmente dell’utilità più negletta nel sistema big G nonché di quella più usata professionalmente, da giornalisti, curatori di contenuti, amministratori di comunità e chiunque debba monitorare la qualunque, dal proprio ombelico a una marca
forse perché è usato quasi esclusivamente da professionisti che sanno il fatto loro o lo imparano a botte d’improperi, è il servizio Google meno curato, con meno opzioni e minori – se non nulli – aggiornamenti
mi fa molto piacere dunque segnalare che da stamattina le solite mail d’alert hanno ricevuto una bella ripulita estetica e funzionale: in luogo dello snippet d’anteprima classico, identico a quello delle pagine di ricerca, troviamo titoli più grandi adatti a una lettura mobile, un riassunto molto più conciso, tre bottoni social per condividere su G+, FB e Twitter e una funzione “segnala come irrilevante”, oltre a un’eventuale miniatura immagine
se l’intoduzione dei tasti di sharing, in un’epoca in cui li trovi ormai anche sulle scatole dei biscotti, è semplicemente ovvia, oltre che in grave ritardo (però, si sono finalmente accorti che gli Alert vengono utilizzati per trovare contenuti da condividere online, forte, bravi, complimenti!) la novità potenzialmente più rilevante è la segnalazione… d’irrilevanza
se infatti fino ad non esisteva altro metodo che essere un ninja booleano per scremare e perfezionare le query (ecco un’ottima guida di Francesco Gavello sugli operatori avanzati) la nuova funzione promette un assaggio di web semantico, qualora l’algoritmo di ottimizzazione dei risultati ex post renda davvero migliori e più puntuali i successivi invii; promette bene, staremo a vedere, anche se una funzione di undo sarebbe gradita, nella spoglia pagina vecchio stile di avvenuta ricezione del feedback
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per favoresto…
16 febbraio 2012
per pubblicare una boutade su un blog cialtrone, ho fatto su Google la ricerca di cui vedete uno screenshot
in terza posizione, leggere le parole che Google riesce a estrarre dal sito ufficiale dell’artista è la migliore dimostrazione che abbia mai trovato di questa tesi: SITO IN FLASH? NO, GRAZIE, MAI
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