innovazione
11 luglio 2013
per rispettare la legge, a gennaio ho attivato con Poste Italiane una casella di posta elettronica certificata PEC: faccio parte di un ordine professionale (sono giornalista pubblicista, pur non esercitando da anni) e ho voluto mettermi in regola
dopo l’attivazione ho aggiunto l’account su Gmail, provato a farlo funzionare in e out e poi ho dimenticato il tutto, perché in effetti non mi serve, non la uso e non vi ricevo nulla
oggi ho avuto bisogno di accedere ai servizi postali come utente registrato, per altri motivi; non riuscendovi ho chiamato il call center e, dopo il solito minuetto di scelte da tastiera, ho scoperto che la password da me scelta a suo tempo per la PEC era scaduta tre giorni appresso
siccome quando mi sono registrato non ho trascritto il mio codice cliente, ovviamente diverso dal nome utente, l’operatore del call center, dopo avermi chiesto dati su dati e avermi fatto interpretare delle rune, non ha saputo darmi altra soluzione che – TA-DAH! – inviare un… fax
sì, un fax, come quando avevo richiesto il servizio, nuovamente allegando fotocopia di CI e CF e scrivendo tanto la mia mail PEC che una alternativa
ora, al di là dell’anacronismo di fax e fotocopie, qualcuno sa dirmi perché loro possono permettersi di rispondermi in modo asimmetrico? perché non posso dettare anch’io una condizione? io vorrei, per esempio, ricevere la nuova password provvisoria mediante un messo a cavallo
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11 luglio 2013 at 20:44
“Un messo a cavallo”!!! XD