l’oscura selettività del troppopieno e la logica del maggese
5 dicembre 2011
da qualche parte esistono sicuramente libri che spiegano con assoluta esattezza perché il tempo ha questa plasticità infame, capace di riempire ogni interstizio di sé negandosi, in apparenza, a ciò che più vorresti o ti significherebbe
ma anche sapessi dove trovarli, questi libri, naturalmente non avrei… tempo per leggerli
venti mesi fa circa ho dato una tale svolta alla mia vita che ogni suo aspetto ha preso nuova fisionomia
ho cambiato famiglia, case, consuetudini e – da sei mesi – non ho più il lavoro che svolgevo da oltre quattro lustri
all’inizio di questo processo, ho iniziato a diradare la mia presenza in rete; oggi fatico a tornare alla cittadinanza digitale attiva
eppure dovrei, persino un po’ vorrei: ho intrapreso un cammino formativo nel settore della produzione web e tornare a sciabordare, spiluccare, relazionare sarebbe pane per la mia tavola
ma non riesco a trovare, meglio: a riorganizzare il tempo
dicevo: ci sono sicuramente testi distillati di saggezza su questa caratteristica delle nostre nevrosi, ma non li conosco, sicché, per descrivere quanto mi succede e tentare di renderlo almeno un poco universale, ricorro a due metafore mie
il troppopieno, nei sistemi idraulici, non ha coscienza: espelle il liquido al di sopra di un certo livello, ma non si perita certo di selezionarlo
nel caso delle attività che non ci riesce di gestire, è l’inconscio che decide cosa – a dispetto dei nostri alti lai – non ci conviene, non ci possiamo permettere
così un individuo che, poco meno di due anni fa, ne seguiva 140 e più su Tumblr, masticava un feed reader corposo e scriveva tutti i dì svariati post oltre a coordinare un paio di blog collaborativi, oggi non riesce, un giorno via l’altro, a strappare a commissioni e incombenze quotidiane neppure il tempo d’un post, per quanto affermi di volerlo
dev’esserci, a presiedere questo tipo di fenomeni, una logica sfuggente che, qualche giorno fa, ho battezzato logica della maggese: con tutta evidenza, le cose che riuscivamo a fare fino a poc’anzi e ora neanche morti, entrano in un circolo vitale di stasi e recupero energetico in tutto simile alla rotazione agricola
tocca metterci volontà, mettersi alla prova, per riprendere contatto
ciò che sto tentando ora, scrivendo a questa bella ora, pensando con gratitudine a come, in fin dei conti, alla fine di ogni analisi, quel che conta è il fattore umano, l’interesse e l’amore che possiamo suscitare, ottenere
ed ecco che son qui e sorrido, pensando che, a San Francisco, il mio primo lettore ufficiale su questo nuovo blog sta per finire l’orario di lavoro, è connesso e mi beccherà caldo di forno
ciao Pierluigi e grazie per il supporto e la fiducia: non hai idea di quanto m’abbia fatto bene riscoprire, dal tuo ratto follarmi su WP, come sia fantastico il fatto che, se hai abitato un poco in rete, ci sarà sempre chi ti trova subito, appena cambi casa
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5 dicembre 2011 at 02:19
orpo….a parte il ratto mi sono sorpreso e commosso. tanto. ciao a te Nik.
5 dicembre 2011 at 10:45
ehehe, non farci caso: son io la pantegana barocca, che non riesce a fare a meno di rodere il dizionario
sopreso e commosso son stato appunto io, nel trovarti appena entrato in casa: non c’è miglior modo di ricominciare e possiamo auspicare un gioco win-win, dove magari finirò per riprendere il lavoro nella nostra vecchia officina, per dare una mano